Social network, l’ombelico della comunicazione

Social networkI social media, ad oggi, rappresentano il centro gravitazionale della comunicazione tra i più giovani: lo svela un sondaggio condotto dalla compagnia AWeber, benché si tratti di un fenomeno piuttosto nodo nel mondo di oggi. Dalla stessa analisi, tuttavia, emergono dati piuttosto importanti: il 18% degli intervistati, ad esempio, ha dichiarato che qualora improvvisamente tutti i canali social dovessero esser spenti sarebbero pronti a tagliare i ponti con il mondo esterno.

Facebook, Twitter ed altri social network rappresentano dunque un canale di comunicazione di primaria importanza nel mondo dei teenager: senza di essi, quindi, diversi tra ragazzi e ragazze si troverebbero spaesati nell’instaurare un dialogo con altre persone, rinunciando a priori all’utilizzo di soluzioni alternative ed in qualche modo maggiormente “vintage”. A fare da contraltare a tale dato vi è tuttavia un 6% di teenager pronto a tirar fuori dal cassetto carta e penna per instaurare una comunicazione epistolare con amici e parenti.

 Se il 90% degli intervistati ha dichiarato di esser presente sul Facebook, la percentuale è lievemente più alta quando si analizza il possesso di uno smartphone oppure l’utilizzo delle email: in entrambi i casi la cifra sale al 93% e se nel caso dei cellulari ciò rappresenta una stima piuttosto prevedibile, altrettanto non è possibile dire per la posta elettronica. Il sondaggio di AWeber, dunque, sembrerebbe fornire alle email un ruolo diverso da quello attribuito a tale strumento in seguito all’arrivo dei social media: la posta elettronica non è soltanto un canale di comunicazione da utilizzare in ambito professionale, ma anche per tenersi in contatto con i propri amici, ad ogni età.

Che si utilizzi Facebook o le email, tuttavia, i più giovani mostrano un forte grado di dipendenza da tali strumenti, con molti intervistati che hanno dichiarato di farne uso appena svegli al mattino, in classe, a letto prima di dormire ed anche in vacanza. Le percentuali risultano esser grosso modo simili, dimostrando come la tecnologia abbia consentito da un lato di eliminare le distanze, riducendole ad un semplice monitor, mentre dall’altro abbia creato un modello dal quale i più giovani difficilmente riescono a distaccarsi.

 

FONTE | Mashable

 

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